Nello scenario sociale profondamente mutato dell’ultimo decennio, la casa ed il lavoro sono tornati ad essere lo spartiacque tra vulnerabilità e sicurezza sociale.
Si tratta di una dimensione socio-economica che avevamo conosciuto nel dopoguerra, fino agli anni ‘70 – ‘80 del ‘Novecento e che credevamo ormai superata, ma che invece è tornata prepotentemente di attualità, in seguito ai fenomeni di polarizzazione legati alla crisi economica, alla delocalizzazione produttiva e più in generale al complessivo fenomeno della globalizzazione (clicca qui per approfondire il tema).
In questo scenario, disporre di erogazioni liberali in denaro o in natura, è sicuramente molto utile per avviare progetti di housing sociale nei territori che consentano di facilitare l’accesso alla casa, rispondendo a diversi bisogni abitativi, come ad esempio:
- offrire la possibilità di acquistare case di buona qualità (antisismiche, in classe energetica A o B, che utilizzino energie rinnovabili, ecc.) a prezzi accessibili, a giovani coppie, famiglie, singles, ecc.;
- offrire la possibilità di disporre di appartamenti di prossimità per “anziani giovani” che intendono accostarsi a questa fase del ciclo di vita attraverso forme di abitare che facilitino l’invecchiamento attivo (active ageing), in un contesto socializzante e protetto;
- offrire la possibilità di strutture abitative protette per persone con disabilità, consentendo di vivere in contesti urbani e non istituzionalizzati;
- offrire forme di residenzialità temporanea a persone o famiglie in difficoltà;
- offrire la possibilità di residenzialità temporanea legata a percorsi di autonomia, per minori in uscita dalle comunità al compimento del 18° anno;
- offrire soluzioni abitative al coniuge separato, non assegnatario dei figli, rimasto privo della propria residenza;
- offrire soluzioni abitative a gruppi di persone che per motivazioni diverse (etiche, religiose, economiche, ecc.) sono alla ricerca di uno stile di vita sostenibile, fondato su una modalità di abitare ispirato alla prossimità ed alla reciprocità.
I progetti di housing sociale, oltre ad occuparsi della componente materiale dell’abitare, ovvero offrire l’opportunità di aver un tetto sopra la testa a chi altrimenti difficilmente sarebbe riuscito a raggiungere l’obiettivo, si occupa anche della dimensione relazionale, accompagnando i cittadini lungo un percorso orientato alla costruzione di relazioni di buon vicinato, di prossimità e reciprocità, facendo leva sull’idea che la casa più bella è quella in cui si vive bene con gli altri!
Si tratta tuttavia di progetti complessi, con un elevato contenuto di innovazione sociale e rigenerazione urbana che per essere realizzati necessitano di investimenti importanti nella fase preliminare, richiedendo un notevole impegno nella fase di studio, ricerca, sviluppo e innovazione. Sovente si rendono necessari approfondimenti su fronti diversi che richiedono il coinvolgimento di molti professionisti, anche perché quasi mai si battono percorsi già tracciati e consolidati, ma piuttosto ci si muove nel campo dell’innovazione e della sperimentazione sociale.
Dare avvio ad un progetto di housing sociale che sia in grado di risolvere i bisogni dei cittadini, richiede tempi molto lunghi, durante i quali è necessario investire molto, soprattutto in termini di ore lavoro, il cui rientro – sul piano della sostenibilità economica – è spesso incerto. La scarsità delle risorse limita la nostra possibilità di offrire risposte e non di rado siamo costretti a confrontarci con il paradosso di non poter approfondire e trovare soluzioni, proprio alle situazioni di maggior bisogno che necessitano di risposte più complesse.
Per queste ragioni ti chiediamo di sostenere la nostra attività attraverso alcuni strumenti che proviamo a suggerirti: erogazioni liberali (cittadini, società, enti), 5 per mille, lasciti testamentari. Vediamoli insieme,
Una erogazione liberale recuperabile fiscalmente da persone fisiche, enti e società:
Persone fisiche: la normativa prevede la possibilità di godere di un risparmio d’imposta (detrazione fiscale) per importo pari al 30% degli oneri sostenuti per le erogazioni liberali in denaro o in natura. L’importo massimo annuo su cui calcolare la detrazione ammonta ad € 30.000; ciò significa che su una donazione di € 30.000,00 si avrà un risparmio d’imposta di 9.000 euro (cfr. art. 83 del D.Lgs. 117/2017 | Codice del Terzo Settore).
Società, enti e persone fisiche: le società e gli enti possono dedurre dal proprio reddito complessivo netto il valore delle liberalità in denaro o in natura, fino al 10% del reddito dichiarato; su questo importo non vengono calcolate le imposte, come se quel reddito non fosse stato conseguito. Le persone fisiche hanno la possibilità di scegliere tra la detrazione e la deduzione (cfr. art. 83 del D.Lgs. 117/2017 | Codice del Terzo Settore).
Per beneficiare del beneficio fiscale puoi effettuare un bonifico sul conto corrente bancario intestato a Spazio Comune e acceso presso
Banca Popolare Etica IBAN: IT 37 Q 05018 02600 000011228467, specificando nella causale “Erogazione liberale a favore di Ente di Terzo Settore”.
Il 5‰ – È un’importante occasione di democrazia fiscale attraverso cui esercitare il tuo diritto di decidere a chi destinare le tasse che avresti comunque pagato. Metti in nostro codice fiscale (01370630426) e la tua firma nell’apposita casella della tua dichiarazione dei redditi in cui è indicato «Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1 lett. a) del D.Lgs. n. 460 del 1997». Il tuo 5‰ per contrastare le nuove fragilità sociali prodotte dalla crisi economica e dalla globalizzazione e per aiutarci a costruire una società rispettosa nei confronti di tutti, a partire dai diritti dei più deboli e vulnerabili.
Il tuo 5‰ per una maggior equità e giustizia sociale.
Testamento Solidale – In Italia, considerando solo la popolazione over 50, sono circa un 1.300.000 le persone che hanno già fatto, o sono orientate a fare, un lascito testamentario solidale. Una platea – pari al 5% della popolazione – che sembra destinata ad estendersi anche oltre i tre milioni di italiani che di recente si sono dichiarati “propensi” a valutare questa ipotesi.
A dirlo sono i dati presentati da Gfk Italia, che dal 2000 monitora il fenomeno delle donazioni private nel nostro Paese, in occasione della Giornata internazionale del lascito solidale. Secondo questi numeri il trend dei lasciti è in forte crescita: nel 2013, appena il 2% degli over 55 aveva già fatto o intendeva fare un testamento solidale, come riporta l’articolo di Alessandra Ziniti, pubblicato su Repubblica, 13 settembre 2018.
Il lascito testamentario solidale è una scelta di responsabilità che permette di continuare il proprio impegno. Non è necessario disporre di un grande patrimonio per fare testamento e per garantire il tuo contributo al nostro impegno. Un lascito è un gesto concreto di speranza; vediamo come funziona.
Cos’è il testamento? Il testamento è un atto con il quale si dispone del proprio patrimonio, in tutto o in parte, per il tempo in cui si sarà cessato di vivere.
Perché fare testamento? Perché è un atto che ti permette di disporre dei tuoi beni a favore delle persone/organizzazioni a te più care e secondo i principi e i valori da te condivisi. In assenza di testamento, il tuo patrimonio potrebbe essere diviso tra parenti fino al sesto grado o, in loro assenza, attribuito direttamente allo Stato.
Quale forma deve avere il testamento? Il testamento può essere pubblico, essere cioè redatto da un notaio alla presenza di due testimoni (né parenti, né beneficiari del testamento), oppure olografo, cioè scritto interamente a mano, datato e sottoscritto (con nome e cognome), su un semplice foglio di carta (occorre in tal caso prestare attenzione al rispetto della forma, perché in assenza di uno di questi requisiti il testamento è nullo). Mentre nel caso di testamento per atto di notaio vi è una maggiore certezza del rispetto delle volontà del disponente, nel caso del testamento olografo bisogna considerare il rischio che lo stesso vada, anche solo accidentalmente, perduto o venga distrutto o sottratto. Per evitare che questo accada, è possibile depositare l’originale del testamento presso un notaio, conservandone una copia. Può essere opportuno avvertire una persona di fiducia dell’avvenuta redazione del testamento e del suo avvenuto deposito, ed eventualmente consegnare alla medesima persona un secondo originale del documento.
Il testamento mi vincola per sempre? La disposizione testamentaria, qualunque forma essa assuma, è in ogni momento revocabile. È dunque possibile modificare il contenuto del testamento e disporre nuovamente dei propri beni a favore di terzi, qualora si cambi idea per qualsiasi ragione. In caso di testamento olografo, ogni successiva aggiunta o variazione deve essere scritta, datata e sottoscritta dal disponente di proprio pugno. È possibile apportare modifiche anche scrivendo in calce al documento già redatto: è però necessario apporre la data delle modifiche e sottoscrivere nuovamente.
Quali beni posso decidere di lasciare a Spazio Comune? È possibile lasciare al Spazio Comune beni di qualsiasi natura, immobili (case, terreni e porzioni delle stesse) o mobili (oggetti determinati, titoli, valori, liquidità, crediti), identificandoli con precisione nel testamento. In caso di beni diversi dal denaro attribuiti per testamento, il Spazio Comune provvederà di norma a disporne la vendita per destinare il ricavato a sostegno delle proprie attività. In alternativa il Spazio Comune potrà decidere di utilizzare tali beni per lo svolgimento delle proprie attività. Una disposizione testamentaria che vincolasse a priori un bene a un utilizzo specifico rischierebbe di impedire la destinazione da parte del Spazio Comune alle proprie attività.
Che qualifica può assumere Spazio Comune nel testamento? Il Spazio Comune può essere nominato erede, se la disposizione testamentaria riguarda l’universalità dei propri beni o una parte (“…nomino il Spazio Comune erede di tutti [o della metà, di un terzo, di un quarto, ecc., de]i miei beni…”), oppure legatario, se la disposizione testamentaria riguarda uno o più beni specifici (“…lego al Consorzio Solidarietà il mio appartamento sito in Via…” o “il saldo del mio conto corrente…”, ecc.). Nel caso di designazione di Spazio Comune come erede, l’accettazione dell’eredità dovrà necessariamente avvenire con beneficio d’inventario: questo significa che, con l’apertura della successione, dovrà procedersi alla ricostruzione dell’asse ereditario, determinando attività e passività riconducibili al testatore, al fine di tutelare il patrimonio di Spazio Comune dalle passività che risultassero eventualmente eccedere le attività.
Che cosa devo indicare nel testamento per individuare Spazio Comune? È sufficiente indicare la denominazione ed il Codice Fiscale: Spazio Comune 01370630426
Posso disporre liberamente e interamente dei miei beni a favore del Spazio Comune? Ognuno può liberamente disporre delle proprie sostanze, ma la legge (artt. 536 e seguenti del Codice civile) riserva alcune quote del patrimonio ereditario a determinati soggetti, i “legittimari”: il coniuge, i figli (legittimi, naturali, legittimati e adottivi) o loro discendenti e, solo in caso in cui non vi siano discendenti legittimi o naturali, gli ascendenti legittimi (genitori in vita). In presenza di tali soggetti il testatore, nel disporre a favore di Spazio Comune, dovrà pertanto tener presente la facoltà riservata dalla legge a legittimarsi di chiedere all’Autorità Giudiziaria la riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della loro quota di legittima. Poiché la determinazione delle quote spettanti ai diversi legittimari, da soli o in concorso tra di loro, è piuttosto complicata e presenta numerose combinazioni possibili, è consigliabile rivolgersi a un legale o a un notaio di propria fiducia o a Spazio Comune, per avere maggiori informazioni sulla situazione specifica del testatore. Un testamento che determinasse la lesione dei diritti riservati ai legittimari sarebbe valido, ma potrebbe essere impugnato e reso parzialmente inefficace: è opportuno quindi evitare che ciò avvenga.
Vi sono altre possibilità per effettuare un lascito a favore di Spazio Comune? In alternativa (o in aggiunta) al testamento è possibile nominare il Spazio Comune come beneficiario di una assicurazione sulla vita. L’importo liquidato dalla compagnia alla morte del titolare non farà parte del patrimonio ereditario e non verrà calcolato né per determinare l’eventuale lesione alla quota di legittima né per determinare la quota spettante agli eredi. L’indicazione del Spazio Comune come beneficiario della assicurazione sulla vita può essere effettuata all’atto della stipula della polizza, con annotazione sulla polizza o testamento successivi. Analogamente alla disposizione testamentaria, è possibile in ogni momento modificare la designazione del Spazio Comune come beneficiario con annotazione sulla polizza o testamento successivi.